Roberto Mosi, “Non oltrepassare la linea gialla”, Europa Edizione

Interventi M. P. Moschini,A. Bigagli - I protagonisti, come in un romanzo dagli echi futuristi, sono le macchine destinate a trascorrere il loro tempo, dopo aver percorso fior di chilometri, nel cimitero delle macchine

copertina-linea-gialla

Informazioni bibliografiche del Libro

Non oltrepassare la linea gialla: I protagonisti, come in un romanzo dagli echi futuristi, sono le macchine destinate a trascorrere il loro tempo, dopo aver percorso fior di chilometri, nel cimitero delle macchine - e due semafori della stazione di Salorno, località famosa per il suo castello. In questi due luoghi vicini si possono incontrare vari personaggi che scendono o salgono sui treni, dal fratello di Steve Jobs all’architetto asimmetrico, al pappagallo RottamotuttoIO. C’è pure spazio persino per i versi di Omero. Ognuno ha una storia, una caratteristica peculiare, e il chiacchiericcio insistente delle macchine e dei semafori porta allegria, ma anche qualche problema alle autorità presenti in un giorno importante per l’amicizia italo-tedesco con la riapertura del castello del paese.

lineagialla-21dic-017

LEGGO “NON OLTREPASSARE LA LINEA GIALLA”

di Roberto Mosi

Prosa e poesia o musica?

Racconto o pezzo teatrale?

Forse una sceneggiatura filmica.

Certe automobili e semafori parlanti.

Poche figure umane e insolite.

Due cani come creature sacrificali.

E luoghi strade linee direttrici.

In alto il sole in basso il vino.

Parla il metallo e vive vivace

come fosse la fine di tutti noi

noi riscattati da Marco Cavallo

in idea e cartapesta arte corale.

E’ la pazzia l’ordine nuovo.

E io per dire te amico mio

che esco da me poiché questo

dolore e sconcerto mi scuote

e mi spinge e scoprire spazi espressivi.

Che caldamente saranno il luogo

tra questa vita e quella futura.

Alberta Bigagli

aprile 2015

lineagialla-21dic-029

Roberto Mosi, Non oltrepassare la linea gialla, Europa Edizioni, Roma 2014
Recensione di Maria Pia Moschini

“Un piccolo grande libro, denso, complesso, riferibile a quel realismo magico che contraddistingue scrittori come Buzzati e Calcino. Un sopramondo lo pervade, un universo ricco di campi magnetici, di situazioni aggreganti in cui la trasformazione energetica crea scenari fantastici spesso riferiti a una realtà mitico/ancestrale. La linea gialla è il limite-confine fra il detto e il non detto fra le righe perché la fascinazione proviene dalla meraviglia, dall’incauto incanto che pervade la narrazione. La follia come concetto e visione pervade tutta l’opera, follia intesa come coraggio di manifestare il proprio sogno nell’incalzare degli eventi e ad essa sono affidati i passaggi più interessanti del testo, ricchissimo di citazioni. Tutto collegato al grande mito della trasformazione che annulla le distanze fra mondo animato ee inanimato rendendo la realtà colloquiale e nel caso di Mosi ironicamente costruita su un sopramondo magrittiano. Denso di citazioni colte, cuce un arazzo dettagliato nei minimi particolari, accuratissimo, in cui le leggende riportate si inseriscono come canti della veglia facendoci ricordare che il mito non è anch’esso che una realtà trasformata, ricca di sottintesi. I numerosissimi personaggi hanno tutti un ruolo primario, coesistono come in una grande commedia dell’arte, dalle macchine parlanti, agli animali, agli oggetti. Non mancano attenti riferimenti storici che trasmettono il senso della contemporaneità sotto forma di metafora e di ricerca colta. Cercando in profondità ogni situazione ha in sé lo spirito della similitudine che non si piega alla ricerca pedante ma sorvola leggera il sopramondo. Il Castello, in particolare, può richiamare alla struttura politica che ci sovrasta, mentre la fantapolitica si affaccia ad ogni argomento trattato sempre con ironia cominciando dai nomi dei personaggi. L’incipit, un incidente di macchina, dispiega fantasie e giochi di parole, rende la Stazione, come il Castello, un luogo dell’anima e un mondo per i viventi a rispettare la linea gialla, confine fra regola e libertà di azione. Non mancano inserti ironici molto divertenti, tali da ricordare il Teatro dei Pupi, a volte, infatti, il dialogo è incalzante e provocatorio inserito in uno scenario vivace e dettagliato. Ad esempio le parole di Steve Jobs rendono visibile l’invisibile che pervade l’opera. Think different è un continuo riferimento a cui Mosi attinge per creare quella complessità che non è mai caotica ma preordinata: solo in apparenza gli eventi appaiono casuali, essi sono finemente collegati come dimostrano le note a fondo libro. Una lettura vivace, arcana, magica che di Non oltrepassare la linea gialla un’opera modernissima e di grande ingegno.

Maria Pia Moschini

Tags: , , , ,

Lascia il tuo commento

Il tuo indirizzo Email non sarà pubblicato. * Campi richiesti.

*
*

Le parole della poesia

Feed RSS

Iscriviti ai FEED RSS, sarai sempre aggiornato ...

Contatti

Scrivimi
Puoi scrivermi attraverso la pagina dei contatti oppure invia un E-mail a r.mosi@tin.it