Esercizi di volo
di Roberto Mosi
2016, 90 p.
Europa Edizioni
Entrare in queste pagine significa entrare in un mondo leggermente inquietante ma affascinante, quasi irresistibile. Come celebrare la “Festa della Follia”? I protagonisti del romanzo, ce la mettono tutta per organizzare una manifestazione all’altezza della fama delle feste che intorno a Ferragosto si tengono fra il castello e la stazione di Salorno, nella val d’Adige. I protagonisti sono un po’ insoliti, personaggi famosi insieme a soggetti del mondo inanimato, vicini nella nostra vita, che riescono a comunicare fra loro e con il mondo degli uomini, con quelli con una vena di pazzia. La ricerca fra diversi protagonisti di emergere nella realizzazione della “Festa della Follia”, suscita invidie, gelosie, spinge ad azioni criminali – un terribile delitto – ed ancora una volta deve interviene il commissario Renon. Lo spettacolo della follia va comunque in scena, con effetti mirabolanti, ispirato da scrittori di fama immortale come Erasmo da Rotterdam, Ludovico Ariosto, François Rabelais. L’avvicinarsi troppo alle scene della follia, porta ad una conclusione finale sorprendente. Mentre scorrono le pagine di questa storia, seguiamo anche le vicende dell’autore, un paziente in cura da una psicologa, perseguitato dall’ossessione di volare, di gettarsi nel vuoto e prendere il volo. Perché, suggerisce la sua analista, non lasciarsi andare alla scrittura sul mondo della follia?
Anteprima del libro
Dal Capitolo. I
1. GIOCARE
Un giorno, ne sono certo, riuscirò a volare. Mi sono costruito due ali di tela leggera per esercitarmi, le lego alle braccia, salgo in cima a una scala e comincio ad agitarle, forte, sempre più forte, chiudo gli occhi e mi getto in avanti. Le ali mi danno slancio e la spinta attutisce l’impatto con la terra. Ho letto tutto quello che c’era da leggere sul tema del volo, dai primi tentativi nella storia dell’uomo, dal volo di Icaro e di Dedalo, fino alle esperienze dei giorni nostri. Mi fermo a lungo a guardare il volo degli uccelli, specialmente il volo dei gabbiani. Mentre seguo i passaggi dei gabbiani nel cielo, mi trovo a ripetere le evoluzioni a braccia aperte, il capo in avanti e mi capita di incrociare gli sguardi perplessi delle persone intorno a me.
Mi attraggono, in particolare, i luoghi alti, le antiche torri o le alture sulle colline che si aprono su una ripida discesa. Salgo sulla spalletta della torre o ai margini dell’altura, distendo le braccia, mi sollevo sulle punte dei piedi e … stacco il volo. No, no, per ora immagino la scena, la partenza è rinviata, il volo prosegue solo con l’immaginazione.
Alessandra, la mia analista, rimase impressionata quando tempo fa, in uno dei nostri incontri settimanali, presi a parlare della mia passione per il volo. Mi ha fatto un sacco di domande sull’argomento, su precedenti in famiglia e mi ha chiesto di ripetere, nel suo studio, i movimenti, le posizioni che assumo nelle esercitazioni. Dopo questa scoperta, mi sembra che Alessandra voglia trovare alternative a questo comportamento, teme che questo tipo d’interesse possa portarmi a un gesto fatale. Pensa che sia più salutare incentivare altri aspetti delle ossessioni che convivono con me.
…
Coltivo la passione per la fotografia, mi piace scegliere soggetti particolari, inquadrature insolite e originali e sono abile nella parte tecnica. Ogni volta inserisco le immagini sulla rete e aspetto gli apprezzamenti o le critiche.
Alessandra mi ha suggerito di concentrarmi su questa passione, di scegliere un argomento sul quale costruire come un racconto con le foto raccolte, che potesse catturare l’interesse della gente. Mi sono gettato su questa idea e armato con le mie due macchine fotografiche, una minuscola Lumix e una potente Nikon con teleobiettivo, mi sono messo a girare per il quartiere alla ricerca di qualche spunto. Ho verificato che nella mia zona, un quartiere di tipo residenziale, sono molti i proprietari di cani che specie la sera o la mattina presto, si aggirano per le strade con le loro amate bestiole. La maggior parte, sono persone civili, attente a raccogliere i segni lasciati in giro dai loro animali, ma non tutti. Armato delle mie macchine fotografiche, mi sono messo a seguire i maleducati che non raccolgono gli escrementi e ho cominciato a fotografarli. Una volta è accaduto che uno dei proprietari, al momento in cui mi sono avvicinato con l’obiettivo della macchina puntata, ha cominciato a inveire e mi ha dato una spinta così forte da farmi cadere per terra.
Come avvicinarmi al luogo del misfatto, senza dare troppo nell’occhio? Cosa non facile per l’armamentario fotografico che porto e per il solito tic che non riesco a controllare, un saltello sul piede sinistro ogni tredici passi, il mio numero magico. Ho preso a riprendere le scene più interessanti a distanza con il teleobiettivo dagli angoli delle strade e ho riportato le foto su face book, con l’ingrandimento delle facce dei proprietari. Mi è arrivata una tempesta di messaggi minacciosi, d’ingiurie. La cosa tremenda poi è stata che mi è arrivato un messaggio di piena solidarietà per la mia opera di civile denuncia, ma all’apertura dell’allegato si è materializzato un virus che ha invaso il computer, rendendolo non più utilizzabile.
Nel primo incontro dell’anno nello studio di Alessandra, iniziato con qualche tensione fra paziente e medico per le molte strade intraprese senza successo, è emersa quella che fin dal primo momento mi è sembrata un’idea brillante, scrivere una o più storie in piena libertà su un argomento, con i personaggi che più m’intrigano, lasciarmi andare liberamente al volo dei pensieri sulla rosa dei venti della fantasia.
Agli appuntamenti successivi sono arrivato con alcune paginette su una storia che mi riguardava da vicino. Con la scrittura mi sento un po’ rasserenato, le ossessioni, le fobie stanno un po’ alla larga. Il primo risultato era che ci stavano rimettendo gli incassi delle sale gioco, la spesa del telefono per face book. I gabbiani si sentivano meno osservati.
Esercizi di volo
di Roberto Mosi
2016, 90 p.
Europa Edizioni